Libia Tunisia 2007

VIAGGIO LIBIA E TUNISIA DAL 6 APRILE 2007 AL 4 GIUGNO 2007
GIRO IN LIBIA dal 8 al 20 aprile in gruppo con altri 6 equipaggi, viaggio organizzato dall'Agenzia Camper e Giramondo.
GIRO IN TUNISIA dal 21 aprile al 4 giugno organizzato da noi, con il solo rientro in traghetto prenotato dall'Agenzia.
EQUIPAGGIO: 2 ADULTI
MEZZO: DUERRE START 303 SU FORD 330L (lungh. m. 6,60- altezza m. 3,40) 
TRAGHETTO: EXCELSIOR GRIMALDI GNV da Civitavecchia a Tunisi La Goulette e ritorno.
KM TOTALI: 8044 di cui 954 in Italia, 2970 in Libia e 4120 in Tunisia
COSTO MEDIO GASOLIO LIBIA: 0,11 euro, TUNISIA: 0,46 euro
DINARO LIBICO:1LD=0,58 euro DINARO TUNISINO:1TD=0,584 euro
CARTINE: Libia, FMB Bologna - Tunisia, 744 Michelin Guida Lonely Planet per TUNISIA e LIBIA
GUIDE Turistiche:In Libia avevano guide locali che parlavano quasi sempre italiano.
In Tunisia abbiamo preso alcune volte guide locali, rivolgendoci ai Syndacats d'Initiative oppure accentando l'offerta di chi ci si proponeva, in genere parlano bene francese e qualcuno anche un po' italiano. Il livello di informazioni fornite non è omogeneo, conviene prima parlarci un po' e contrattare il tipo di visita.
TELEFONO:In Libia i cellulari prendevano solo in pochi posti, nei pressi dei centri più grandi; quando c'era campo si riusciva, secondo il tipo di telefono o di contratto, a telefonare o perlomeno a mandare messaggi.
In Tunisia la copertura GSM è pressoché totale, anche nei posti più sperduti eravamo sempre raggiungibili.
SOSTE in Tunisia: Quando è stato possibile abbiamo preferito sostare in campeggio, soprattutto per poter avere sia la comodità dei servizi (anche se a volte utilizzati solo per carico e scarico) che la possibilità di mettere fuori tavolo, sedie e quant'altro. I prezzi dei campeggi sono molto vari, come servizi forniti: abbiamo pagato comunque da un massimo di 18 ad un minimo di 7 dinari con allaccio luce.
Abbiamo anche sostato in parcheggi custoditi a pagamento con una spesa dai 10 ai 5 dinari e altre volte in sosta libera sempre chiedendo se era possibile o se c'erano problemi.
Per la Tunisia abbiamo chiesto informazioni all'ufficio del Turismo Tunisino a Milano ma il materiale inviatoci, soprattutto l'elenco dei campeggi (ne conteneva solo sette, fortunatamente ce ne sono di più) è stato molto deludente. Anche la maggior parte degli enti turistici locali non fornisce informazioni utili al turista “faidate” ma solo patinati dépliant delle varie località. La maggior parte delle notizie per organizzare il viaggio le abbiamo trovate su internet, consultando anche diversi resoconti di viaggio di altri camperisti.
LIBIA
6 aprile 2007 - Partiamo dopo le 20 da Civitavecchia con gli altri del gruppo. Cena al self service di bordo, quattro chiacchiere e poi a nanna.
7 aprile 2007 - Ancora in navigazione, sosta di qualche ora a Palermo senza possibilità di sbarco. Passiamo il tempo con gli altri camperisti: alcuni hanno già fatto viaggi organizzati altri, come noi, di solito viaggiano da soli ma per questioni logistiche e di costi hanno preferito il giro in gruppo. In serata arriviamo a Tunisi, siamo in ritardo e, tra operazioni di sbarco e dogana, si fa notte. Primo inevitabile cambio di programma, per non viaggiare di notte, si dorme a Tunisi La Goulette nel grande parcheggio a lato del forte Borjel Karrak. Ci sono anche equipaggi di altri tour, molti infatti approfittano della vacanze pasquali per visitare zone che d'estate sono troppo calde.
8 aprile 2007 - Ore 7 montati i CB, che per motivi doganali avevano smontato, si parte. La giornata non è molto bella e tra Sousse e Kerker ci coglie anche … la nebbia e dai CB partono le battute, soprattutto rivolte all'equipaggio di Pizzighettone incolpato di essersi portato dietro i cumuli nebbiosi! Certamente non ci sembra una mattinata africana ma, ci consoliamo, pensando che il paesaggio in questa zona è molto piatto e non ci perdiamo molto. Sosta pranzo dopo Mahres in un piazzale, vicino ad uno dei tanti locali che fanno pecora alla brace. Sono decisamente caratteristici: la merce è presentata sia cruda (viva o morta) che cotta. Fa effetto vedere le povere bestie vive, in attesa... accanto alle loro compagne ormai cucinate. Qualcuno si fa tentare e si gusta l'abbacchio tunisino. Noi preferiamo lasciar perdere...
Il viaggio prosegue e finalmente arriviamo al confine libico. Abbiamo guidato per 10 ore tra mattina e pomeriggio, sono solo 600 km ma molto trafficati. Lunga attesa in dogana, poi cambio moneta e montaggio targhe libiche.
Alle 22 e 30 siamo finalmente in un parcheggio custodito a Zuwarah. Con noi ora ci sono, oltre all'organizzatrice del tour, anche la guida e il poliziotto libico. Ceniamo ognuno sul proprio camper e dopo, per festeggiare la Pasqua, ci scambiamo giusto qualche ovetto, siamo tutti decisamente stanchi e l'apertura colombe è rinviata.
9 aprile 2007 - Oggi inizia il vero viaggio, direzione: Ghadames, oasi e antichissima città, meta di grandi carovane. Anche noi in un certo senso siamo una carovana: sette camper più l'auto del poliziotto che ci precede. La strada che percorriamo verso Nalut è un rettilineo di cui non si vede la fine e attraversa un paesaggio estremamente piatto e monotono, l'unica variante sono i piloni della luce: per alcuni tratti ci affiancano sulla destra e in altri sulla sinistra. Ogni tanto si vede qualche pneumatico abbandonato e qualche rado cespuglio. 
Il traffico è scarso e incontriamo più dromedari che mezzi meccanici. Finalmente in lontananza scorgiamo le montagne Jabal Nafusah che ci indicano che siamo quasi a Nalut, che sorge infatti in cima ad una collina. Sosta pranzo poi saliamo alla città, lungo un tratto di strada costruito dagli italiani. Visita all'antico Qasr (granaio troglodita). Giriamo tra le strette viuzze che danno accesso ai depositi, poi vediamo la piccola moschea dei guardiani del granaio fortificato e le grandi macine dei frantoi per l'olio. Tornati a valle la strada riprende … in tutta la sua monotonia. Arriviamo finalmente a Ghadames. Il campeggio, l'unico aperto, non è granché: all'ingresso ci sono i bidoni dei rifiuti in bella mostra e vicino ci devono essere delle stalle perché l'odore è decisamente quello. Noi comunque non desideriamo altro che una doccia e quella c'è.
10 aprile 2007 - Ghadames, mattinata in visita al piccolo museo e alla splendida città vecchia con i suoi vicoli, le piazzette, la sorgente e i giardini.

Pranzo in una casa tipica: le pareti interne sono decorate con fregi di colore rosso, la stanza principale non ha finestre ma solo un grande lucernaio, appesi ci sono molti specchi e oggetti di metallo che riflettono così la luce all'interno. Intorno alla stanza principale piccole stanzette, al piano superiore la cucina e sul tetto grandi terrazze. Le abitazioni erano costruite in questo modo per combattere il grande caldo. Ormai le case di Ghadames non sono più abitate, tranne sembra d'estate, alcune invece sono state trasformate in ristoranti o caffè. Scalzi, seduti sui tappeti ci gustiamo ciorba (minestra), couscous di carne e verdure, frutta, il tutto annaffiato da bevande rigorosamente analcoliche; in Libia è proibito il consumo di qualsiasi tipo di bevanda alcolica. Nel pomeriggio abbiamo la “libera uscita” gironzoliamo per la parte nuova della cittadina, piuttosto anonima e dopo una sosta in un Internet Point, per messaggiare a casa, rientriamo in campeggio. C'è un afa allucinante, mosche permettendo, cerchiamo di riposare un po'. Alle 17.30 con i camper si va verso il confine algerino, facendo qualche km di strada sterrata, per salire sulle dune e vedere il tramonto. Sosta ad una tenda berbera per gustare thè e pane cotto sulla sabbia poi “scaliamo” la duna e ci appollaiamo in attesa. Purtroppo il cielo si fa sempre meno terso e il tramonto è proprio un … flop! Tornati al campeggio ci consoliamo con una bella cena all'aperto, finalmente tutti assieme e si tagliano le famose colombe. 
11 aprile 2007 - Partenza alle 7,30. In un giorno e mezzo dobbiamo fare circa 950 km. per arrivare al campeggio di Thekerkiba. Ancora strada piatta con paesaggio di terra che sembra “tostata”. Sosta lungo il percorso per raccolta fossili (conchiglie a chiocciola e qualche bivalve) lungo una pista di terra riportata che corre parallela alla strada. 
Poi comincia la nostra piccola odissea-gasolio: troviamo ben tre distributori completamente a secco e, visto che nessuno aveva pensato a farci riempire le taniche di scorta, siamo costretti a fermarci (qualcuno è già in riserva) in attesa che, tramite l'agenzia, ci arrivino i rifornimenti. Qualcuno, noi compresi, preferirebbe tentare andando ancora avanti al prossimo paese ma la guida e il poliziotto non sono d'accordo. Sembra non possano sapere se il prossimo distributore abbia o meno il gasolio quindi nel dubbio si deve restare al posto di blocco. Sembra incredibile, a quanto pare non era mai successo ma, nel paese del petrolio, restiamo senza carburante. In serata arrivano i fusti di gasolio (da Sebha) e con la buona volontà di tutti si fa il pieno. Domani si partirà presto per recuperare il tempo perduto.
12aprile 2007 Lasciamo il desolato parcheggio del posto di blocco ma, un nuovo contrattempo ci rallenta: il camper guida ha problemi con il filtro del gasolio. Problema risolto in circa mezz'ora e poi finalmente arriviamo a Birak, dove facciamo nuovamente gasolio e riempiamo le taniche (d'ora in poi ad ogni distributore rabbocchiamo, abbiamo la “sindrome gasolera”). A Birak si riesce anche a telefonare e a inviare messaggi con i cellulari. Proseguendo verso Sebha il paesaggio cambia, c'è qualche rilievo e un po' più di vegetazione: palme ed eucalipti.
Prima di piazzarci al campeggio di Thekerkiba visitiamo i deludenti resti dell'antica città dei Garamanti. Il campeggio di Thekerkiba è piuttosto carino, ai piedi delle dune e offre qualche confort: doccia, luce, telefono e un piccolo baretto-ristorante.
Cena all'aperto poi iniziamo i preparativi: zaini, tenda etc. ...domani ci aspetta il deserto.
13 aprile 2007 - Alle 8 le jeep sono pronte e già caricate, si parte. La nostra carovana è ora composta di 5 jeep più un pickup con cucina da campo. Gruppo composto da: cinque autisti, 1 tuareg capo carovana, 2 cuochi, Adel la guida libica, Hassan il poliziotto, Sara l'accompagnatrice dell'agenzia e poi ... i 14 intrepidi camperisti che, lasciati i comodi mezzi, tornano (per qualcuno è invece la prima volta) a fare i tendisti. Ci aspettano 250 km di asfalto prima di arrivare alle piste e di entrare nel Parco Naturale del Jebel Acacus. Prima tappa forzata ad Ubari, cambio gomma bucata (lo stesso mezzo bucherà altre due volte!), ne approfittiamo per acquistare la stoffa per il turbante tuareg (ashaersh).
Sosta prima dell'ingresso al parco, in un locale vicino alla cittadina di Al Uwaynat, per il pranzo preparato dai nostri cuochi. Cominciamo così a sperimentarne la cucina, molto semplice ma buona: insalatone di verdure, legumi, tonno, uova. 
Dopo ancora alcuni km di strada piatta si entra finalmente nel parco, l'orizzonte cambia e si movimenta: iniziano le formazioni rocciose di basalto, circondate dalle sabbie e dai pianori dagli incredibili colori rossastri. La formazione rocciosa detta “il dito” segna per noi l'ingresso in un paesaggio unico, che ci fa presto dimenticare la noia e la monotonia del percorso fatto per arrivarci. Fa piuttosto caldo e soffia un vento soffocante da sud ovest; verso sera arriviamo in un bell'anfiteatro creato dalle rocce che contornano una piccola valletta sabbiosa. Giusto il tempo di ammirare i colori del tramonto e poi si inizia a montare il campo, mentre i cuochi pensano alla cena: ciorba, couscous e macedonia in scatola. Ci eravamo preparati ad avere notti fredde invece il caldo soffocante continua anche in notturna. Verso le tre di notte non resisto, scorpioni o no, devo uscire dalla tenda. Passeggiatina in notturna con mio marito poi, un po' più rinfrescati, si torna a dormire.
14 aprile 2007 - Sveglia verso le 7, si smonta il campo, si fa colazione e poi in marcia: un breve tratto a piedi fino alle prime incisioni rupestri.
Nel corso della giornata, percorrendo con le jeep piccole valli e grandi pianori rocciosi, vedremo molte altre incisioni soprattutto raffiguranti gli animali (giraffe, elefanti, dromedari) che un tempo popolavano la regione. Ci sono anche incisioni di figure umane e di attrezzi, compreso il famoso carro dei Garamanti; Adel la guida ci illustra i vari periodi storici e le caratteristiche dei vari graffiti.
Sosta pedaggio ad una tenda per … pagare il biglietto per passare al Grande Arco: una spettacolare formazione rocciosa. Il sole picchia e il caldo si fa sentire, ma i nostri cuochi hanno messo i tavoli per il pranzo all'ombra di una grande roccia. Le bevande sono tiepidine ma va bene così, siamo nel deserto o no?
Ripartiamo per l'esplorazione del parco ma, nelle ore più calde tra le 14 e le 16, l'interesse per le incisioni e i panorami rocciosi comincia ad scemare. Man mano che passa il tempo solo più pochi intrepidi scendono ad ogni sosta per fotografare, gli altri (me compresa) scattano foto stando all'ombra della jeep. Pausa rinfrescante ad un pozzo, per noi l'acqua non è potabile ma, mettere la testa sotto il getto d'acqua, è meraviglioso!
Montiamo il campo in un altro posto molto panoramico vicino alla Valle della Luna, dove fino a qualche hanno fa c'era un campo tendato stabile. Dopo cena assistiamo alla cottura del pane sulla sabbia e, dopo averne gustato un pezzetto, si va a nanna. 
15 aprile 2007 - Smontaggio campo, colazione, passeggiatina e poi si risale a bordo.
Ci aspettano ancora altri siti dove ammiriamo incisioni di giraffe, palme, struzzi, figure umane e scene rurali. Alcune sono decisamente armoniose ed eleganti e riescono ad esprimere molto bene anche il movimento, altre sono decisamente più rozze; d'altronde hanno avuto periodi molto diversi di realizzazione. Verso le 12 si ripassa dal “dito”, stiamo ormai lasciando l'Acacus. Sosta pranzo ad Al Uwaynat. Il piacere di bere nuovamente qualcosa di fresco non ripaga certamente il fatto di aver lasciato le bellezze del parco... però aiuta!
Rientro a Thekerkiba lungo la noiosissima strada asfaltata; solo la sosta, per un improvvisata battaglia a colpi di zucchette selvatiche, ci scuote dalla sonnolenza. Tornati al campeggio, riassaporiamo le comodità dei nostri camper e ci organizziamo per una bella tavolata: cena con scambi di specialità regionali. Domani ci aspettano i laghi Ubari, in pieno deserto!
16 aprile 2007 - Con le jeep risaliamo le dune, alle spalle del campeggio e, subito siamo circondati da sabbie di vari colori. Le dune presentano gradazioni diverse dal giallo all'arancio al bianco dorato, secondo le varie angolazioni con cui il sole le colpisce.
Le jeep vanno su e giù seguendo una pista che noi non vediamo e percorrono anche alcune discese decisamente ripide. Siamo in un mare di sabbia ma cominciano a spuntare i primi cespugli e poi le prime palme: nella valle fra le dune c'è acqua e quindi anche un po' di vita. Prima sosta al lago Mandara, purtroppo asciutto ma ancora circondato dai palmeti. Proseguiamo fino al piccolo ma luccicante lago Mavo e poi fino al grande Gebraoun. Saliamo con alcuni altri coraggiosi sul crinale di una duna per ammirarlo dall'alto, la vista è stupenda e un po' surreale: il lago, le palme che lo circondano, il villaggio abbandonato e intorno sabbia e solo sabbia a perdita d'occhio.
Prima di pranzo ci concediamo un bagno nel lago: l'acqua è fresca, con molta sabbia in sospensione, ha una salinità inferiore al Mar Morto ma si galleggia moltissimo lo stesso. Nel pomeriggio ancora discese fra le dune e corse sulle piste che, a tratti, sono coperte di piccoli sassi neri, belli tostati. Ultima sosta al lago Ummal Maa con splendide palme che vi si specchiamo, ora fa decisamente molto caldo e neppure i venditori dei banchetti di souvenirs ci smuovono dall'ombra. Alle 17 siamo in campeggio, bisogna fare ancora qualche preparativo per domani. Dovremo partire presto per avvicinarci il più possibile alla costa, sarà una bella tappa.
17 aprile 2007 - Partenza ore 7, rifornimento gasolio, ritiro passaporti a Sebha (erano stati consegnati per il visto di ingresso al parco), acquisto viveri e poi inizia davvero la marcia di trasferimento.
Nulla da segnalare sul percorso: noia totale. Breve sosta pranzo poi riprendiamo a macinare chilometri, fortunatamente guidiamo tutti e due ma ci si annoia sia a guidare che a fare il passeggero. Cerchiamo di tenerci vispi con musica e chiacchiere, il CB è usato da Sara per darci informazioni sulla strada (buca, sabbia, asfalto rotto, etc.) e da noi tutti per comunicazioni di “servizio” e non. Insomma tra una battuta e un'informazione i km passano. Viaggiamo anche un'ora buona dopo il tramonto perché il poliziotto vuole fermarsi per la notte solo ai posti di blocco e così, nonostante la nostra stanchezza e l'incrocio con veicoli con luci di posizione molto fantasiose, si prosegue fino ad un posto di blocco nel nulla più assoluto, tra Mizdah e Nasmah.
18 aprile 2007 - Continua la marcia verso la costa, attraversiamo alcuni villaggi e dopo Beni Walid inizia una strada scassatissima con buche e fenditure dell'asfalto. Arriviamo infine al mare a Leptis Magna. Sono quasi le 12, iniziamo subito la visita: il sito archeologico è molto suggestivo, per tre ore passeggiamo tra le rovine seguendo le spiegazioni della guida e il tempo vola, come il nostro pensiero che risale nel tempo e immagina lo splendore e la grandiosità in cui vivevano i cittadini di allora. 
A Leptis Magna tutto è imponente e al museo di Tripoli ci renderemo ancora più conto (vedendo i mosaici e le statue tolte dal sito) come dovevano essere il suo mercato, i due complessi termali, i fori, la basilica e la fontana monumentale.
Ancora un rapido pranzo e poi visita alla villa romana di Sileen: vista mare con pavimentazioni in mosaico, peccato il sito sia un poco trascurato. Trasferimento a Tripoli con traffico caotico, strada veloce a doppia corsia ma con attraversamento di pedoni, carretti e quant'altro. Parcheggio custodito nella Piazza Verde, cena e poi quattro passi ma, subito arriva Adel, mandato dal poliziotto: non dobbiamo girare da soli quindi, dopo un thè in un locale con tutta la compagnia, si torna al parcheggio.
19 aprile 2007 - Ore 9 visita al Museo, i vari piani presentano la storia del paese dalla preistoria alla rivoluzione di Gheddafi. Le parti romana e greca sono le più interessati, ci sono anche reperti dell'Acacus ma rendono di più nel loro ambiente naturale. Poi visita della Medina (ci sono piaciute di più quelle marocchine) e della Moschea Gurgi. Per pranzo, anche se il poliziotto non sembra molto contento, noi con altri andiamo a mangiare per conto nostro in un ristorante e, dopo una sosta in una pasticceria, torniamo ai nostri mezzi. Ancora una passeggiata poi alle 19 si va, con un pullmino, a mangiare pesce. La caratteristica del posto è questa: il pesce lo compri in uno dei tanti banchetti che circondano i ristoranti sul mare poi al ristorante prescelto te lo cuociono alla griglia o fritto. Dopo gli acquisti ci piazziamo a tavola e, in attesa del pesce, assaggiamo qualche antipasto e una ciorba di pesce. Passiamo una bella serata tutti assieme, domani le nostre strade si divideranno: tutti torneranno a Tunisi per imbarcarsi mentre noi due continueremo il viaggio fermandoci in Tunisia.
20 aprile 2007 - Ore 7 si parte, ci aspetta la visita di Sabratha: altro sito romano. Non si rivela all'altezza di Leptis, c'è soprattutto un'aria di abbandono e trascuratezza. L'unica parte ben tenuta è il teatro anche se, secondo me, le parti restaurate stridono troppo con il resto.
Dopo quest'ultima visita ci avviamo al confine, alla dogana ancora file e attese ma ce la caviamo in un paio d'ore. Poco prima di Ben Guerdane, mentre il gruppo rimonta i CB, ne approfittiamo per salutare tutti e puntare verso Jerba. L'avventura libica è finita, ora comincia quella tunisina. 
Ci mancherà sicuramente il gruppo, era piacevole essere in compagnia e viaggiare in carovana scambiandosi impressioni e battute ma anche riacquistare ritmi più lenti, a noi più congeniali, non sarà male.
TUNISIA
Superata Zarzis, con le sue casette bianche e passata la strada romana che unisce l'isola di Jerba alla terraferma, arriviamo ad Aghir. Il Centre Vacances dove abbiamo deciso di fermarci si trova subito all'inizio della zona turistica (arrivando da El Kantara) carino, sulla spiaggia e con sanitari puliti. Vogliamo fermarci qualche giorno per riposarci un po' dopo le “fatiche” libiche.
21 aprile 2007 Ci alziamo alle 10, il tempo non è granché ma intanto abbiamo da sistemarci e darci una ripulita, il mare può aspettare. Dopo pranzo tiriamo giù le bici e iniziamo ad esplorare l'isola cominciando da Midoun. E' un grosso paesone con molti negozi di souvenirs, c'è anche un supermercato dove troviamo praticamente di tutto. 
22-23-24 aprile 2007 Sempre ad Aghir al Centre Vacances, tempo decisamente non bello, comunque un po' in bici un po' con gli autobus locali giriamo l'isola: Homt Souq il capoluogo, il suo souk con l'asta del pesce (i banditori sono su una specie di tronetto e presentano i pesci infilzati su uno spiedo) e il non entusiasmante forte Ghazi Mustapha. Ci sono abitazioni molto belle, bianche con porte e infissi azzurri, pozzi caratteristici e i tipici menzel; alcune donne sono ancora vestite in modo caratteristico, drappeggiate nelle loro stoffe bianche con bordo rosso e il tradizionale cappello di paglia, però al collo hanno ... il telefonino.
25 aprile 2007 Ieri pioveva e oggi pure, il mare è sempre infuriato e quindi decidiamo di partire. Giro all'interno dell'isola sotto un cielo grigio grigio poi ad Ajim traghettiamo. Rotta verso Tataouine strada C108 fino a Mededine dritta e circondata da ulivi. Arrivati a Tataouine, ci piazziamo nel parcheggio dell'Hotel La Gazelle, due passi in centro, qualche acquisto (ottime le “corna di gazella”: dolce a base di miele e frutta secca) e la solita sosta internet. 

26 aprile 2007 Oggi facciamo il giro degli Ksour,   percorrendo praticamente un otto intorno a Tataouine: iniziamo da Ksar Oued Soltane, formato da 2 cortili, ben tenuto e in parte ancora usato, non c'è praticamente nessuno e ci godiamo le ghorfas (insieme di stanze utilizzate per conservare i prodotti) tutte per noi gustando un thè alla menta nell'unico locale; seconda tappa Ezzahra, i suoi 2 cortili sono ancora abitati, ci sono alcuni negozietti affollati da uomini del posto intabarrati nei loro mantelli. Proseguendo verso Tataouine ne visitiamo ancora un altro composto da un unico grande cortile circondato dalle consuete gorfas con scale e scalette. Completato il primo anello del nostro otto iniziamo il secondo da Chenini (lo visitiamo guidati da un ragazzetto del posto), questo ksar è diverso perché è stato costruito dentro e, a ridosso, di una grande collina; vediamo anche la moschea dei 7 dormienti e il piccolo cimitero. Sosta pranzo su uno spiazzo con vista sul paese poi riprendiamo il giro e arriviamo a Douiret, altro ksar molto scenografico. Il paesaggio intorno è piuttosto brullo, incolto e troviamo difficile pensare che un tempo qua ci fosse tanto grano da essere stipato nei vari ksour. Il problema è l'odierna scarsità d'acqua, infatti abbiamo visto alcune rustiche autobotti e alle fontane i bambini che caricavano le taniche dei loro asinelli. 
Per andare a Metameur facciamo la strada più panoramica (C207) su e giù per le colline e a Ben Kheddache facciamo rifornimento gasolio da un distributore piuttosto primitivo. Il giro di oggi è stato molto soddisfacente, in più abbiamo incontrato persone molto gentili che ci hanno dato informazioni spontanee e saluti sinceri senza tentare di venderci nulla com'è accaduto invece in altri posti. Alle 18 arriviamo a Metameur e parcheggiamo nel cortile del Café Metameur (da Hashim), siamo all'interno di un ksar del XVII sec.; nello spiazzo fanno parcheggiare i camper e nelle ghorfas hanno ricavato alcune camerette che affittano. Ceniamo con un couscous cucinato dalla moglie di Hashim, molto casalingo e quindi ottimo. Il tempo è ancora nuvolo, peccato una notte stellata avrebbe coronato la giornata.
27 aprile 2007 Lasciamo le ghorfas e dirigiamo verso Gabes, non troviamo il Carrefour ma un supermercato Promos dove comunque facciamo rifornimento di acqua, carne e formaggi. Nel primo pomeriggio siamo a Matmata, visitiamo alcune case troglodite compresa Sidi Driss (il set di Guerre Stellari) e le Musée Berber (esposizione di arredamento e utensili quotidiani in una casa troglodita). Ci spostiamo a Tamezret villaggio costruito in pietra anziché scavato come Matmata; sostiamo per la notte, in tutta tranquillità, nella piazzetta ai piedi del borgo.
28 aprile 2007 Oggi abbiamo intenzione di provare se effettivamente la strada per l'oasi di Ksar Ghilane è percorribile con il camper; secondo alcuni resoconti di viaggio sembra possibile mentre altri dicono che l'ultimo tratto è ancora una pista: non resta che provare. Dopo una ventina di km da Tamezret troviamo il bivio per l'oasi e iniziamo a percorrere la “pipeline road”. Strada asfaltata abbastanza buona, ovviamente rettilinea, con continui saliscendi e guadi in secca, troviamo solo qualche lingua di sabbia che copre parte della carreggiata. Superiamo il posto tappa di Bir Soltane (c'è solo un café) e dopo due ore circa arriviamo al termine dell'asfalto nei pressi di un micro villaggio. Ancora poca strada sterrata e troviamo il campeggio El Biben e ... sorpresa non siamo gli unici matti: c'è già un camper di Roma e in serata arriverà anche un altro equipaggio italiano. Il campeggio ha ottimi servizi e volendo fa anche ristorante. Nel pomeriggio ci avviamo a piedi, attraverso la palmerie, verso la famosa sorgente; sono 2 km ma dal villaggio sarebbero anche meno. Avvicinandoci alla sorgente cominciano i segni del grande flusso di turisti: campeggi di tende, negozietti, la sorgente è più che altro una pozza circondata da baretti con brutte sedie di plastica. Sarà che abbiamo appena visto i Laghi Ubari in Libia ma siamo un poco delusi.
29 aprile 2007 Giornata pigra, solo qualche passeggiata nella palmerie e verso le dune.
30 aprile 2007 Lasciamo il campeggio e tornati al bivio con la C105 dirigiamo verso Douz, strada più trafficata ma sempre monotona. Sosta al camping Desert Club ci sono ancora le tracce delle forti piogge della settimana scorsa, ottimi servizi, lavatrice compresa. 
1°maggio 2007 Giriamo per Douz in bici poi visitiamo il Musée du Sahara: molto interessante per capire gli usi delle varie tribù che abitavano la zona. Pomeriggio in bici nella Palmerie, ci si potrebbe tranquillamente perdere tanto è vasta.
2 maggio 2007 Lasciamo Douz direzione Kebili e Tozeur ma passando da El Faouar: paesaggio di dunette e piccoli chott (laghi salati), villaggi sperduti e piccole oasi. A Kebili sosta al Magazin Général per acquisto viveri, sul retro vendono anche birra e vino locali. Dopo pranzo iniziamo l'attraversamento del Chott el Jerid: il sole è velato e il cielo lattiginoso. Il grande lago salato è uno spettacolo: sulla nostra destra l'acqua è rossastra e a sinistra ha toni più grigi, l'orizzonte si perde nel nulla e la strada sembra precipitare nel vuoto. Viaggiamo in un miraggio ovattato con le narici invase da un inconfondibile odore di...salamoia! Poi il Chott finisce e arriviamo a Tozeur, al camping Les Beaux Reves all'ombra delle palme. Nel tardo pomeriggio, passato un po' il caldo, con le bici andiamo fino alla vecchia Medina Ouled el Hadef.
3 maggio 2007 In bici fino al Belvedere con vista sulla Palmerie e sulla città poi Musée Dar Charait: riproduzione di un palazzo con collezioni gioielli, vasellame, costumi. Peccato che quasi tutte le didascalie siano solo in arabo.
4 maggio 2007 Giornata dedicata alle oasi di montagna: iniziamo con Chebiza: visita al villaggio abbandonato, al canyon e alla sorgente,
la guida che abbiamo preso ci dà molte spiegazioni dettagliate ed interessanti, peccato non sempre sia così (a Matmata ad esempio non siamo rimasti molto soddisfatti); dopo visitiamo Mides scendendo fin sul fondo del canyon; tappa successiva la Grande Cascade di Tamerza, dove facciamo anche il bagno. Ancora una sosta alla piccola cascata in paese poi proseguiamo per Metlaouri. Passiamo le zone minerarie di Redeyef e Molares e arriviamo a Metlaouri, da dove parte il trenino Lezard Rouge per le gole de Selja. Purtroppo scopriamo che domani, sabato, non fa servizio. Ormai siamo qua, tempo ne abbiamo e quindi aspetteremo domenica, certo se lo avessimo immaginato avremmo volentieri dedicato ancora un giorno alle oasi di montagna. Sosta notte nel piazzale davanti alla stazione.
5 maggio 2007 Approffittiamo della giornata di intermezzo per andare a Gafsa, sosta in centro, acquisti al Magazin Général, visita alle Piscine Romane (vuote) poi col camper fino a El Guettar zona molto verde ai piedi delle montagne dove sostiamo per il pranzo. Nel pomeriggio torniamo a Metlaouri dove sostiamo per la notte ancora davanti alla stazione.
6 maggio 2007 Dopo le 9 cominciano ad arrivare altri mezzi: jeep e bus, alle 10 il piazzale è strapieno. Il treno (classe 1910, in legno con intarsi e salette con poltrone) parte alle 10 e 30, è molto affollato e qualcuno è costretto a viaggiare in piedi. Le gole appaiono ben presto e, nonostante la giornata uggiosa, offrono un bello spettacolo. Dopo poco più di un'ora siamo di ritorno, pranzo e poi ancora in marcia, vogliamo andare alle isole Kerkennah e prima visitare la medina di Sfax. Arriviamo a Sfax nel pomeriggio e, dopo esserci informati per i traghetti, iniziamo a cercare un posto per sostare fino all'indomani. Il parcheggio vicino a Bab Diwan andrebbe bene ma il parcheggiatore dice che dovremmo mettere le bici all'interno (!!) per non avere problemi nella notte. Cerchiamo allora un parcheggio custodito, ce ne indicano uno in una traversa di Avenue 18 Janvier. E' all'interno di un condominio, i posteggiatori si consultano poi, per 10 dinari, ci assicurano completa sorveglianza per tutta la notte. Visitiamo la Medina ancora piuttosto autentica (puzze comprese) con un grande caratteristico mercato coperto con pesce, verdure e spezie di tutti i generi. Torniamo al camper che troviamo ancora sotto sorveglianza, sorveglianza che davvero continuerà tutta la notte. Peccato che gli amici del nostro guardiano vengano a tenergli compagnia (anche con l'autoradio accesa), alle 3 non ne possiamo più e gli spieghiamo che vorremmo dormire... si stupisce ma si adegua e finalmente riposiamo.
7 maggio 2007 Alle 10.30 prendiamo il traghetto per le Kerkennah in poco più di un'ora siamo a Sid Youssef, attraversiamo la prima isoletta, piatta e con molte palme assomiglia molto a Jerba; ci fermiamo per sosta pranzo, con le ruote quasi a bagno nel mare, appena superata la strada romana che collega le due isole. Pomeriggio in esplorazione dell'Ile Chergui, ci sono molti posti carini in riva al mare, le acque sono molto ma molto basse, quasi impossibile nuotare. Raggiungiamo il porto di pesca di El Attaya: tantissime barche, barchette e cataste di gargoulettes (recipienti di terracotta usati per la pesca del polpo). Terminiamo il nostro primo giro a Remla il capoluogo, cerchiamo una carta dell'isola e nella piccola cartoleria del paese ci fanno una fotocopia dell'unica che hanno. Sostiamo per la notte nella via che scende al mare, vicino alla stazione di polizia. Cena al ristorante Al Jazira dove proviamo le specialità locali: zuppa piccante di polpo e branzini.
8 maggio 2007 Giri in giro per l'isola El Kattarine, Kreitan, Port Kreitan posti molto semplici, paesini di poche case con gente gentile e sorridente. Acquisto pesce al porto direttamente dai pescatori che si offrono anche per cucinarlo, ma preferiamo cuocercelo e mangiarlo sostando in una comoda spiaggetta. Infatti, percorrendo brevi tratti sterrati, si raggiungono belle spiaggie isolate dove è più facile arrivi un pastore con le sue pecore che altri bagnanti. Per la notte torniamo a Remla.
9 maggio 2007 Giro al forte el Hissan che raggiungiamo percorrendo qualche km di strada sterrata abbastanza buona. Il forte è in una posizione spettacolare sul mare; intorno resti di mura e mosaici molto maltenuti, il custode ci offre l'immancabile thè alla menta, poi riprendiamo il nostro vagabondare continuando la strada sterrata. Arrivati ad una piccola baia e parcheggiamo fra le palme, è un posto veramente bello e tranquillissimo. Solo verso sera ci muoviamo per rientrare, sosta a Sidi Youssef vicino al porto. Le Kerkennah, nella loro semplicità e tranquillità, ci sono piaciute molto ma, abbiamo ancora molto da vedere, quindi domani si torna sulla terraferma.
10 maggio 2007 Prima meta del giorno, una volta traghettati a Sfax, è El Jem: certo non è il Colosseo ma, ai suoi tempi, doveva fare un certo effetto nella piana semi deserta; ancora oggi lo si scorge molto bene anche da lontano. Pranzo nell'assolato piazzale del sito poi ci spostiamo a Mahdia. Parcheggiamo nei pressi della Shifa el Khala, la porta fortificata della Medina. Appena passa un po' il caldo iniziamo la visita, i negozianti sono molto insistenti ma non riescono comunque a superare i loro corrispettivi marocchini. Arriviamo in fondo alla punta su cui è costruita la cittadina (Cap d'Afrique), il panorama è piuttosto insolito: la punta è costellata di tombe bianche, molte sono antiche altre più recenti. Per essere un cimitero ha un certo fascino anche per la particolare posizione sul mare azzurro.

11 maggio 2007 Oggi è venerdì giorno di mercato, paghiamo per il parcheggio poi andiamo a curiosare tra le bancarelle. E' un mercato decisamente grande, con ogni genere di mercanzia, in particolare mi impressiona vedere la quantità di banchi di tessuti per abbigliamento e arredamento, da noi ormai così rari.Nel pomeriggio andiamo a Monastir, parcheggiamo in Avenue de la Liberté e visitiamo il Ribat (forte) è un vero dedalo, saliamo in cima al nador (torre di avvistamento) da cui si gode una vista stupenda e poi entriamo nel Mausoleo di Bourgida: è decisamente imponente e sfarzoso. Per pranzare ci spostiamo sul promontorio ma prima ci godiamo un bel tuffo in mare.
Nel pomeriggio raggiungiamo Sousse, sosta nel parcheggio-campeggio della Maison des Jeunes. Facciamo una passeggiata (abbastanza lunga) fino alla Medina e poi rientriamo passando dal lungo mare, fiancheggiato da mega alberghi. 
12 maggio 2007 Lasciamo Sousse e raggiungiamo Kairouan, sosta nel parcheggio- campeggio del Centre Sportif ex Maison des Jeunes, attacco luce volante ma servizi buoni (come a Sousse per la doccia bisogna salire al secondo piano dello stabile). Nonostante il caldo afoso andiamo subito in centro per visitare la Grande Moschea che è aperta solo fino alle 14, poi giro per i souk, sosta pranzo al fresco e ancora giri: alla Moschea delle 3 porte, al pozzo del cammello, alla Zaouida (mausoleo). Secondo noi Kairouan è decisamente uno dei posti più caldi della Tunisia, dopo diverse soste refrigeranti torniamo al camper. In serata siamo tormentati dalle zanzare e nonostante il caldo restiamo all'interno con tutte le zanzariere chiuse.
13 maggio 2007 Saliamo verso Le Kef, il paesaggio diventa sempre più verde, siamo in una zona di colline, molto coltivate e le chiazze colorate dei campi si alternano. Arriviamo poco prima di mezzogiorno a Le Kef e per un soffio riusciamo a visitare l'interessante Kasba. Pranziamo nel parcheggio sul retro della Kasba che è molto ombreggiato. Nel pomeriggio ci spostiamo a Dougga dove visitiamo il sito romano: il Grande Tempio del Campidoglio, le terme con i sotterranei e l'imponente Casa del Trifoglio. Non si può più sostare per la notte nel parcheggio degli scavi e quindi ci suggeriscono di andare a Tebousouk presso la stazione della polizia. Scendendo facciamo rifornimento acqua ad una fontana tra la curiosità dei bambini. A Tebousouk la polizia ci accoglie molto gentilmente nel loro parcheggio, facciamo due passi e un po' di acquisti: è una cittadina molto tranquilla, probabilmente potevamo sostare ovunque senza problemi.
14 maggio 2007 Si va a Bulla Regia, strada tortuosa ma buona. La visita al sito romano di Bulla si rivela molto interessante, le case sotterranee costruite dai romani sono suggestive e veramente insolite. Hanno colonne, mosaici, atrii con vasche: praticamente lo schema della casa tradizionale romana riprodotto nel sottosuolo. I ricchi abitanti del luogo avevano due case una esterna per l'inverno e una sottoterra per l'estate. Data la giornata afosa ne possiamo anche apprezzare l'ottimo isolamento termico.
Mentre pranziamo nel parcheggio del sito si scatena il vento. Ovviamente è subito un turbinio di sabbia finissima che si insinua ovunque. Spostamento sulla costa a Tabarka dove parcheggiamo al Port de Plaisance pagando regolare sosta come fossimo un “bateau”. Giro in paese, passeggiata fino alla formazione rocciosa Les Aiguilles e al Forte Genovese. La cittadina è abbastanza turistica ma sul momento non c'è molto movimento, in giro solo gente del luogo soprattutto uomini. Come nella maggior parte dei posti finora visitati (ad eccezione delle Kerkennah) nei negozi e nei mercati sia i venditori che gli acquirenti sono uomini e a volte si ha l'impressione che la popolazione femminile sia inesistente. Personale sensazione di inquietudine, già provata in Marocco.
15 maggio 2007 Lasciamo Tabarka direzione Biserte ma con l'intenzione di deviare, prima di arrivarci, verso Cap Serrat. A Sejane saltiamo inavvertitamente il bivio per Cap Serrat ma ne troviamo un altro prima di Mateur, la conseguente deviazione è un pò lunghetta ma abbiamo tempo e ci godiamo il paesaggio: colline ondulate, microvillaggi, pecore e mucche in gran quantità. Dopo un ultimo tratto di strada decisamente scassata arriviamo alla meta, siamo sul mare, ci sono alcuni piccoli ristoranti ma, invece dei bagnanti, placidamente sdraiate sulla sabbia ci sono diverse mucche! Ci facciamo cucinare, dall'unico ristorante aperto, triglie e gamberi alla griglia che ci gustiamo sul camper. In serata ci spostiamo a Bizerte con l'idea di sostare al Port de Plaisance ma, “nuovo capo, nuove regole”, non si può più. L'alternativa è un campeggio (forse a 9 km), secondo il personale del porto ci conviene sostare nel parcheggio libero di fronte all'ingresso del porto (davanti al ristorante Le Sport Nautique) e così facciamo. Passeggiata fino al porto vecchio e alla kasba, visitiamo l'ennesima medina (questa ha di particolare archetti e volte tra le case), poi gironzoliamo nelle vie intorno a Place Bouchoucha dove ci sono molti negozi, negozietti e bancarelle. Al mercato coperto facciamo acquisto viveri, troviamo anche della carne di vitello di un colore accettabile e dei formaggi diversi dai soliti gouda o caprice.
16 maggio 2007 Ancora un giornata con tempo molto variabile. Decidiamo di spostarci a Tunisi, prima però facciamo un giro verso Cap Blanc e poi esploriamo la costa a est di Bizerte, percorso deludente: a Raf Raf c'è una bella spiaggia ma il paese è bruttino con una notevole esplosione edilizia. Sosta pranzo a Ghar El Melh, un po' disturbati dai ragazzini che continuano a bussare... La strada per Tunisi è ovviamente trafficata, ci sono anche molti lavori in corso e conseguenti deviazioni. Sosta al Carrefour di La Marsa, poi rapido giro a Cartagine ma senza trovare posti sosta soddisfacenti, decidiamo di andare ancora avanti verso Hamman Lif o Bordj Cedria dove dovrebbe esserci un campeggio. Vi risparmio il racconto dei giri e rigiri per arrivarci, persino a 100 metri dal posto abbiamo trovato chi non ne conosceva l'esistenza ed ogni persona interpellata ci indirizzava verso qualche hotel! Finalmente arriviamo, per pura testardaggine, al campeggio La Pinede, ombroso ma con servizi essenziali.
17 maggio 2007 Il maltempo imperversa e noi ci dedichiamo alla ... cultura: prendiamo il treno per Tunisi e poi il metrò fino al Museo del Bardo.
Visita interessantissima, secondo noi imperdibile. Passiamo ore a stupirci e ad ammirare i tesori che contiene, già il solo palazzo meriterebbe la visita. Prima di rientrare facciamo un rapido giro nella Medina, torneremo fra qualche giorno con più calma.
18 maggio 2007 Oggi il tempo non è eccezionale ma almeno non piove, si va verso Capo Bon. Sosta a Kourbous graziosa cittadina termale dove ci concediamo un bagno con Jacuzzi e un bel massaggio. Dopo Korbous lasciamo il mare che ritroviamo a El Haouaria, le Grotte Romane (cave di pietra) sono chiuse per inagibilità, proseguiamo mentre il tempo migliora e arriviamo in serata a Kerkouane, il sito punico. E' chiuso ma domani mattina riapre quindi sostiamo nel parcheggio vicino al piccolo museo.
19 maggio 2007 Visita al sito, è un po' trascurato e bisogna girarlo con calma e con una cartina per orientarsi fra i resti dell'antica città. Particolari sono le vasche e i vari semicupi colorati di rosso che erano l'equivalente punico dei bagni pubblici romani.
Nel museo ci sono pochi reperti ma ci sono alcuni gioielli molto belli e raffinati. Lasciato il sito di Kerkouane, seguendo un breve sterrato, ci piazziamo in riva al mare poco prima di Kelibia. Non c'è praticamente nessuno, solo una lunghissima spiaggia di sabbia finissima e compatta, purtroppo ci sono molti detriti di plastica portati dal mare.
Nel pomeriggio arrivano alcuni ragazzi e poi una camionetta della Garde Nationale: chiedono i documenti ai ragazzi e poi anche a noi (è la prima volta che succede) poi domandano se intendiamo fermarci anche di notte. Rispondiamo che se c'è un campeggio vicino ci andremo più che volentieri, secondo loro ce n'è uno più avanti verso Kelibia. Ci spostiamo ma, arriviamo al paese senza trovare nulla. Dietrofront e poi, dopo il posto dove eravamo fermi, quindi dalla parte opposta a quella indicataci, vediamo un cartello con l'indicazione Centre de La Jeunesse. Un paio di km di strada sterrata e arriviamo in una bella pineta attrezzata con blocchi sanitari: ci sono diverse tende e comodi posti per il camper. Il mare e la spiaggia sono a pochi passi non potevamo sperare di meglio. Le tende sono occupate da americani e relative famiglie che, a quanto pare, lavorano all'ambasciata e così ci spieghiamo i controlli in spiaggia e la presenza di un'auto con due uomini di guardia che ferma chiunque arrivi al campeggio!
20 - 21 maggio 2007 Passiamo il tempo tra passeggiate sulla spiaggia, nuotate (acqua piuttosto freddina ma limpidissima) e letture. Per i rifornimenti viveri non c'è problema: al mattino ci sono i pescatori che ritirano le reti (quindi acquisti di pesce più che fresco) e il responsabile del campeggio ci porta gentilmente il pane dal paese. L'unica pecca del posto è che, andati via gli americani, siamo rimasti solo noi e il guardiano notturno e... i cani che, forse sentendosi soli, abbaiano tutta la notte.
22 maggio 2007 Mattinata ancora al campeggio, sole e mare poi nel pomeriggio (non vogliamo passare un'altra notte di “bau bau”) andiamo a Nabeul. 
Campeggio Auberge della Jeunesse, molto carino e curato, sul retro un cancello dà direttamente in spiaggia. Tiriamo giù le bici e facciamo un primo giro in paese soprattutto per acquisti viveri (supermercato Monoprix e pasticceria).
23-24-25-26-27 maggio 2007 Passiamo questi ultimi giorni in completo relax tra nuotate, giri in bici nel circondario e cenette di pesce. Proviamo l'ottimo ristorante Slovenia e ad Hammamet invece La Medina con buona cucina e con fantastica vista. Ad Hammamet ci andiamo caricando le bici sul treno all'andata e con ritorno a pedali lungo la litoranea sono 13 o 18 km, le cartine sono discordanti ma, quasi tutti in piano. Da non perdere a Nabeul il grande mercato del venerdì, anche una visita al piccolo museo di reperti punici e romani può essere interessante. 
28 maggio 2007 Dopo una notte di pioggia e vento decidiamo di fare ancora un pò di strada seguendo la costa verso Sousse. Scendiamo fino a Pont el Kantaoui che non ci è piaciuto molto: è un posto troppo finto per i nostri gusti. Risaliamo e sostiamo a Hergla su una spiazzo molto panoramico sul mare, l'acqua ha un colore molto invitante e nonostante sia piuttosto freddina ci godiamo ancora un bagno. Nel pomeriggio puntatina all'interno con sosta notte a Zaghouan, tranquillo centro agricolo.

29 maggio 2007 Percorriamo la strada C133 e poi la P31 verso Tunisi e strada facendo ammiriamo i resti dell'imponente acquedotto romano che da Zaghouan portava l'acqua a Cartagine. Superiamo Tunisi (ci torneremo solo poco prima della partenza) e andiamo a Sidi Bou Said, sosta a pagamento nei pressi del Port de Plaisance vicino alla spiaggia. Nel pomeriggio saliamo lungo la scalinata che porta in paese ammirando le belle vedute sul porto e il mare verdazzurro. Il percorso è un po' trascurato ma le coppiette che sostano qua e là non sembrano ovviamente farci caso. Il paese, benché molto turistico, è decisamente bello: ogni vicolo offre begli scorci sul mare. Sulla piazzetta molti negozi di souvenirs e il fotografatissimo Café des Nattes. Noi preferiamo sostare al Café des Délices che ha una bellissima vista sulla baia. Visitiamo poi Il Museo Dar El Annabi, palazzo del XVIII sec., abitato fino a poco tempo fa, ha belle stanze, cortili e terrazze con gli arredi originali. 
Dalla terrazza più alta si vede tutta la baia, Cartagine, Tunisi e all'orizzonte il Monte Bou Kornine e l'inizio della Penisola di Capo Bon. 
30 maggio 2007  
Oggi giornata dedicata a Cartagine, cercheremo di fruttare il più possibile il biglietto giornaliero cumulativo per i vari siti (altrimenti che liguri saremmo!) Iniziamo dalle Ville e dal Teatro, niente di eccezionale è tutto ricostruito; poi la Collina di Byrsa: passeggiata nel sito attraverso i pochi resti punici, splendida la vista sul mare e interessante il museo (soprattutto per i reperti punici mentre i mosaici non eguagliano quelli del Bardo). Torniamo verso il mare e visitiamo le Terme di Antonino, ne restano ormai solo le fondamenta ma, facendo un po' di proporzioni, si può immaginare cosa doveva essere. Altro spostamento, questa volta ai Porti Punici, davanti al Museo Oceanografico. Per le visite della mattinata abbiamo sempre parcheggiato senza problemi vicino ai vari siti. Nel pomeriggio visita dell'antico bacino, anche qua ci vuole molta immaginazione (aiutano un po' i due plastici: punico e romano) per farsi un'idea dell'aspetto di un tempo. Con una breve passeggiata raggiungiamo il sito del Tophet, macabra mostra di sepolture sacrificali. Molto deludente si rivela la visita al cosiddetto Museo Paleocristiano: la parte museale è chiusa e resta solo la possibilità di gironzolare tra le rovine della Chiesa Bizantina. Sosta notte al Porto Punico.

31 maggio 2007 Mattinata a La Marsa, sosta riva mare. Pomeriggio spostamento a Tunisi, parcheggio a pagamento in Avenue Mohamed V. Giro nella Ville Nouvelle, acquisti al Socopa di Avenue Bourguiba e visita fiera dell'artigianato. 


1° giugno 2007 Mattinata in giro per la Medina, perdiamo di nuovo la visita al cortile della Moschea perché è venerdì ma, visitiamo il Mausoleo Tourbet el Bey e la Medersa Mouradia. Dei vari souk il più interessante è quello delle Chechias (cappelli di feltro) con le sue botteghe di legno intarsiato e colorato e il caratteristico Café Chaoechin. Rispetto alle medine marocchine è meno folcloristica, non c'è tutto l'andirivieni dei portatori e venditori con gli asini carichi di ogni tipo di mercanzia, ma i negozianti sono meno insistenti e si riesce a guardare la merce esposta senza essere subito “assaliti”. In serata spostamento a La Goulette cercando refrigerio.
2 giugno 2007 Il fresco arriva ma fin troppo, infatti piove e pensare che volevamo farci ancora un bagno africano. Invece andiamo al mercato coperto dove ci consoliamo acquistando, con gli ultimi dinari, gamberoni e fette di pesce nocciola. Passiamo la giornata in attesa della partenza facendo quattro passi lungo mare tra uno scroscio d'acqua e l'altro. Prima delle 20 andiamo al check in e poi ci piazziamo ai cancelli della dogana in attesa dell'apertura. Alle 23 siamo finalmente nella nostra cabina e la nave parte.
3 giugno 2007 Sosta a Palermo: si può sbarcare e quindi ne approfitteremo per visitarla. Acquistiamo una cartina e, con l'aiuto di un gentile palermitano conosciuto a bordo, ci organizziamo un giro di ricognizione. Scarpiniamo per tre ore buone, la prima impressione è molto positiva, quando verremo in Sicilia potremo girarla con calma. Inizia a piovere, prima di salire a bordo, facciamo giusto in tempo a prendere un paio di cannoli per il viaggio.
4 giugno 2007 Arrivo a Civitavecchia alle 7 e alle 8.30 siamo su strada diretti a casa, sono già passati due mesi dalla nostra partenza. Siamo molto soddisfatti del nostro viaggio: abbiamo potuto ancora una volta conoscere luoghi e usanze diverse dalle abituali allargando sempre più il nostro sguardo di viaggiatori.




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